Nell'attuale panorama globale, l'importanza della sostenibilità si è trasformata da una mera tendenza a un imperativo per le aziende di ogni settore. Non si tratta più solo di adottare pratiche ecologiche, ma di abbracciare una visione olistica che copra tutti gli aspetti ESG (Environmental, Social, Governance); le aziende, grandi e piccole, stanno riconoscendo sempre più l'inevitabilità di integrare la sostenibilità in tutte le aree del proprio operato, sia per soddisfare le aspettative dei consumatori e degli stakeholder tutti, sia per preservare il pianeta per le generazioni future.
Il rispetto dell’ambiente, la responsabilità sociale e una solida governance, sono i tre pilastri della sostenibilità aziendale 4.0: dalle preoccupazioni per il cambiamento climatico, alla richiesta di trasparenza e responsabilità sociale da parte di tutti gli stakeholder, passando per modelli aziendali contraddistinti da etica; queste sono le buona pratiche alle quali le imprese devono guardare per incrementare la loro crescita, ma anche, come vedremo in questo articolo, per l’erogazione del credito.
Le imprese che rientrano nei parametri ESG, rappresentando l'integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nelle proprie attività, godono di vantaggi significativi nell'accesso al credito.
L'integrazione degli aspetti ESG nei processi di un'impresa porta a miglioramenti in ambito creditizio. Le istituzioni di credito mostrano un interesse crescente nel finanziare aziende allineate con la classificazione europea di ciò che è considerato sostenibile. Ad esempio, le banche sono meno propense a finanziare progetti di imprese che producono beni che causano impatti ambientali negativi; infatti, i rischi connessi ai cambiamenti climatici e alle preferenze dei consumatori devono essere considerati nella valutazione del credito.
Le imprese che raggiungono le migliori performance ESG sono anche le più solide, quelle che presentano il minor rischio di credito. Un fenomeno che trascende le dimensioni aziendali ma diventa più rilevante per le piccole e medie imprese, che risultano fino a cinque volte meno rischiose se adottano politiche di sostenibilità performanti: è quanto emerge dalla seconda edizione di “ESG Connect”, una ricerca realizzata da Cerved Rating Agency.
Nel settembre 2015 l’Assemblea Generale ONU ha ratificato i “17 Sustainable Development Goals”; da quel momento la normativa europea ha iniziato ad evolvere in questo senso, seguendo la direzione della transizione ESG del sistema economico e finanziario: dal Green Deal del 2019, che ha messo a disposizione importanti risorse, passando per le linee guida dell’EBA, la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFRD), fino alla EU Taxonomy for Sustainable Activities.
È innegabile come questi repentini cambiamenti normativi richiedano di ridefinire le modalità di gestione del credito; infatti, al giorno d’oggi è fondamentale considerare i rischi ESG delle imprese, non solo a breve ma anche a medio e lungo periodo.
Come scritto, il primo passo che una banca solitamente compie prima di concedere finanziamenti ad un soggetto richiedente è la valutazione del merito creditizio di quest'ultimo (o attribuzione del cosiddetto rating creditizio).
Tale processo avviene attraverso tre fasi di seguito elencate:
Al fine di operare una mitigazione del rischio di credito, i fattori ESG alla base delle politiche e strategie aziendali possono agire in due modi:
Possiamo quindi affermare che tali fattori impattino sui credit ratings delle società e le imprese che dimostrano di essere più compliant con i criteri ESG otterranno rating più elevati. Il fatto di ottenere un rating migliore comporta infatti vantaggi evidenti sia per le banche che per le imprese.
Dal 30 giugno 2021, le nuove linee guida dell'European Banking Association (EBA) richiedono una valutazione complessiva dei criteri ESG per la concessione del credito.
Le linee guida stabiliscono che le istituzioni di credito comunitarie debbano valutare l'esposizione dei loro clienti ai fattori ESG. L'intera catena del valore - favorendo comportamenti, prodotti e servizi sostenibili - deve muoversi in modo coerente verso la sostenibilità per ottenere il riconoscimento della sostenibilità stessa.
Come spesso succede, la teoria e la pratica non coincidono perfettamente: la valutazione del rischio ambientale nel contesto del credito è ancora una sfida. Le banche di dimensioni ridotte hanno iniziato ad affrontare questa sfida nel corso del 2022, ma per quanto riguarda i maggiori istituti di credito, la vera sfida risiede nella frammentazione del tessuto imprenditoriale italiano.
La qualità dei dati è fondamentale per ottenere una valutazione più accurata da parte delle banche, ed è responsabilità degli imprenditori mantenere un impegno elevato nei confronti degli aspetti ESG.
Come specificato in precedenza, quando un'impresa si candida per un finanziamento, non viene valutata esclusivamente analizzando il profilo finanziario. L’approccio alla sostenibilità olistica potrebbe infatti penalizzare le micro, piccole e medie imprese, in difficoltà nel fornire dati sul rischio climatico e sulla propria sostenibilità sociale e di governance, non disponendo di adeguati processi di elaborazione.
Vi è inoltre il problema dello scetticismo di molti imprenditori italiani; risulta dunque fondamentale convincere le pmi che misurare la propria sostenibilità non è tempo sprecato, bensì un asset strategico per la crescita e per rientrare nel futuro parametri di accesso al credito, sempre più vincolanti.
Il primis, il sistema bancario e finanziario sarà tenuto a svolgere un ruolo culturale nei confronti delle micro, piccole e medie imprese, che dovranno necessariamente assimilare e fare propri i valori della sostenibilità, anche ridefinendo il proprio business.
Le aziende interessate ad accedere al credito bancario, dimostrando di essere in linea con le esigenze derivate dagli ESG devono dunque adottare necessariamente delle misure e strategie specifiche.
Di seguito elenchiamo alcune azioni azioni da intraprendere per migliorare la propria posizione in tema ESG:
Inoltre, le PMI possono anche adottare volontariamente strumenti di reporting e di valutazione delle performance ESG, come le linee guida del Global Reporting Initiative (GRI), gli standard del Sustainability Accounting Standards Board (SASB) o il modello previsto dall’EFRAG con gli standard ESRS.
Proprio l’EFRAG reentemente ha avviato una consultazione pubblica per definire un ESG Assesment standrad per le PMI che possa essere adottato dai vari stakeholders (banche comprese) per analizzare il profilo di sostenibilità dell’azienda per i diversi fini istituzionali e/o finanziari.
Questi strumenti consentono alle aziende di misurare, monitorare e comunicare in modo accurato le loro performance in tema di sostenibilità, migliorando la posizione nei confronti delle istituzioni finanziarie che, come detto, stanno integrando criteri ESG nelle valutazioni di merito e offrendo condizioni vantaggiose alle imprese che dimostrano uno spiccato impegno verso la sostenibilità.